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Pesca della trota a bombarda

tecnica della pesca a bombarda

Benvenuto nella pagina dedicata alla pesca della trota a bombarda, dove troverai tutte le indicazioni per questa tecnica.

Per questa tecnica occorre utilizzare una canna avente un’azione potente da 4,20m a 4,70m, ma con un cimino sensibile; il relativo mulinello deve avere una bobina grande e il filo deve essere caricato fino all’orlo con diametro dal 16 al 18 eventualmente munito di shock leader qualora si utilizzano bombarde al di sopra dei 25gr.

La lenza è cosi composta: una bombarda, un paracolpi, una girella tripla e un terminale che varia da 1mt a 2mt a seconda della astuzia e dalla aggressività dei pesci che si vogliono insidiare.

Per bombarde oltre i 20 grammi è utile montare come ultimo tratto della lenza madre uno shock leader e cioè un tratto di filo di diametro 22-25 lungo il doppio della canna quale si collega alla girella del terminale ed è in grado di reggere lo strappo violento del lancio.

Dopo aver infilato la bombarda e il paracolpi si lega la girella tripla e si collega il terminale.

Qualora si desideri insidiare la trota con la bombarda, è doveroso creare una distinzione tra azione di pesca in profondità e azione di pesca in superficie.

In entrambe i casi però, la lenza da impiegare è la medesima, l’unica differenza la riscontriamo solamente nel tipo di bombarda da utilizzare. Infatti si utilizzano bombarde “galleggianti” con affondabilità da G0 a G5qualora si attui la pesca in superficie, ed invece bombarde “affondanti” da G7 in su se si attua la pesca in profondità.

Una diversa azione di pesca ed una differente tecnica di recupero, caratterizzano le due differenti azioni di pesca.
La pesca con la bombarda in superficie è sicuramente la più semplice tra le due; innanzitutto, ci consente di localizzare il branco di trote semplicemente osservando la superficie del lago e scorgere frequenti “bollate” individuando quindi la zona in cui le trote stazionano e dove andrà quindi lanciata l’esca.

In relazione alla stagione, alla temperatura, alla giornata stessa si dovrà innanzi tutto cercare di intuire l’altezza a cui stazionano le trote che trattandosi di una pesca in superficie potrà variare tra immediatamente sotto il pelo dell’acqua fino ad una profondità di 2 – 3 metri.

Per far ciò utilizzeremo dapprima della nostra vista, per vedere di scorgere sagome di pesci immediatamente sotto la superficie dell’acqua (utilizzando possibilmente un paio di occhiali con lenti polarizzate) ed inoltre, la nostra vista, sarà utile per interpretare sia la quantità che la tipologia delle “bollate”, poiché tante bollate frequenti indicano un branco molto in superficie, mentre bollate meno frequenti e più repentine indicano un pesce situato un po’ più in profondità.

Nel caso del branco di pesci sotto il pelo dell’acqua, sceglieremo una bombarda da G0 a G2 (G0 con trote più svogliate – G2 con pesce più aggressivo); mentre nel caso in cui non si riesca a scorgere un branco di pesce immediatamente sotto il pelo dell’acqua si può iniziare l’azione di pesca impiegando una bombarda G2 per poi sostituirla con G3, G4 o G5 per sondare più in profondità.

Qualunque sia la bombarda scelta per la pesca con la bombarda in superficie la tecnica di recupero dovrà essere sempre la stessa: effettuato il lancio in direzione delle bollate è IMPORTANTE frenare l’uscita del filo con un dito appena prima che la bombarda tocchi l’acqua, per evitare che il terminale si aggrovigli e per fare in modo che la lenza si distenda correttamente; dopodiché, nel caso in cui si peschi immediatamente sotto il pelo dell’acqua si inizierà immediatamente il recupero.

Se insidiamo invece pesci più in profondità sarà necessario attendere qualche secondo (da 1 a 10) dopo che la bombarda tocca l’acqua e prima di iniziare l’azione di recupero permettendo così alla zavorra di scendere in profondità, fino all’altezza desiderata, per poi iniziare il solito recupero come in precedenza stando attenti a dosare in modo corretto l’utilizzo del mulinello per non rischiare, con un recupero troppo veloce di salire troppo in superficie o con un recupero troppo lento di scendere troppo in profondità.

La pesca della trota con la bombarda in profondità è senza dubbio una delle tecniche di pesca più difficili da apprendere, ma soprattutto da mettere in pratica e che richiede maggiore esperienza e concentrazione soprattutto per quanto riguarda la dimestichezza con la canna e il mulinello, che con le bombarde in quanto essa richiede un recupero che deve mantenere una traiettoria il più lineare possibile, ma che non permette di capire direttamente al pescatore se questa linearità viene mantenuta o meno.

La lenza è sempre la stessa, ma questa volta si impiegheranno bombarde affondanti da G7 in su come ad esempio le più utilizzate: “bugiardino”, “moretto” ed infine la bombarda a banda blu oppure chiamata “opaco”; la scelta è legata come sempre dalla profondità di pesca, dal tempo in cui si desidera raggiungere tale profondità e dalla solita aggressività del pesce tenendo conto delle caratteristiche di ogni singola zavorra.

Il “bugiardino” indicato principalmente per la pesca in profondità o appoggiato sul fondo con trote aggressive e dall’abboccata decisa; l’ “opaco” anch’esso indicato per la pesca in profondità, ha una calata poco più lenta e richiede un recupero leggermente più “morbido”, è indicato per la pesca in profondità, con trote più lente e dall’abboccata meno decisa.

Infine il moretto: è decisamente il piombo più lento dei tre, che impiegherà quindi maggiore tempo rispetto ai precedenti per raggiungere la stessa profondità, ma che è indicato per la pesca a mezz’acqua o in profondità con trote più diffidenti e apatiche.

Per quanto riguarda l’azione di pesca, anche in questo caso, come in precedenza è molto IMPORTANTE frenare l’uscita del filo con un dito appena prima che la bombarda tocchi l’acqua, per evitare che il terminale si aggrovigli e per far si che la lenza si distenda correttamente; dopodiché, si inizia il conteggio dei secondi che serviranno a far scendere la lenza alla profondità desiderata che variano solitamente da un minimo di 10 ad un massimo di 30-40 secondi.

È importante che il conteggio dei secondi venga eseguito con la maggiore precisione e attenzione possibile in quanto una volta catturata la prima preda si possa ripetere lo stesso identico conteggio per raggiungere la stessa profondità a cui le trote stazionano.

Una volta raggiunta la profondità desiderata è altrettanto importante effettuare le operazioni di allineamento del piombo: si procederà quindi ad effettuare un paio serie di 4, 5, 6 veloci recuperi del mulinello, alternate da brevi momenti di recupero lento; questa operazione ha lo scopo di eliminare la “pancia” del filo sulla superficie del lago permettendoci di ottenere un contatto istantaneo e diretto con la bombarda.

Solamente a questo punto è possibile iniziare ad effettuare il recupero, che seguirà semplicemente un moto lineare, mantenendo la canna bassa ferma e effettuando un recupero lento con il mulinello.

Nella maggior parte delle situazioni però, è preferibile alternare pause a tratti più veloci e a cambi improvvisi di direzione; saranno infatti queste variazioni a stimolare le trote all’abboccata.

Qualunque sia la tecnica di recupero è importante sapere che qualsiasi vibrazione della cima della canna non raggiungerà l’esca ed è quindi assolutamente INUTILE; ma è invece estremamente IMPORTANTE effettuare un recupero che permetta alla bombarda e quindi all’esca di mantenersi all’interno della corsia di navigazione prestabilita; ossia l’ipotetica fascia d’acqua in cui stazionano le trote.

Qualora si effettui un recupero troppo lento la bombarda scenderà al disotto della corsia di navigazione, mentre recuperando troppo velocemente si salirà al disopra di essa, ma in entrambe i casi, trovandosi al di fuori del branco di trote non si avvertiranno abboccate.

Non esistono regole per mantenere la giusta altezza e quindi restare in corsia, gli unici fattori che ci permettono di effettuare un giusto recupero sono la concentrazione e soprattutto esperienza. Avvertita un’abboccata si rallenta molto il recupero, si tiene la canna alta e si attende una partenza decisa per poi ferrare.

Individuare dove stazionano le trote, non è facile, poiché intervengono vari fattori, e tra questi il più importante è legato alla temperatura dell’acqua. Per tale motivo occorre una buona dose di esperienza.

Ciò che è importante è contare bene i secondi di caduta della bombarda stessa prima di ogni recupero, in modo che una volta avvertita la prima abboccata ci si possa basare sul conteggio precedente per ripetere nello stesso identico modo quello successivo raggiungendo così la stessa corsia.

Purtroppo però l’altezza della corsia non solo varia con il variare della temperatura dell’acqua e quindi al variare delle stagioni, ma durante la stessa giornata, le trote si alzano e si abbassano frequentemente, non garantendo una corsia stabile; il consiglio, quando non si sentono più toccate, è quindi quello di provare a spostare questa corsia immaginaria qualche secondo più sotto o più sopra rispetto ai precedenti riferimenti cronometrici.

Questa operazione va effettuata però con una certa logica, ad esempio, se ad inizio mattinata con una temperatura di 25° si stanno catturando trote ad una profondità di 15 secondi, con il passare del tempo, in tarda mattinata, se la temperatura salirà a 30° sarà molto più probabile trovare trote verso i 20 secondi piuttosto che verso i 10. Detto in poche parole: se la temperatura sale si scende di profondità e viceversa se la temperatura scende si sale di altezza.

Dobbiamo essere noi in grado di stanare le nostre prede!!!

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