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La trota lacustre

trota lacustre

La trota lacustre: altro non è che una trota fario che si è però adattata alla vita lacustre, anche se ultimamente sono stati scoperti dei genotipi che la differenzierebbero in maniera univoca dalla cugina di torrente.

Appartenente alla famiglia dei salmonidi, arriva in media ai 40-50 cm di lunghezza, anche se non mancano casi di un metro di lunghezza per 15 kg di peso.

Il corpo è slanciato anche se più tozzo rispetto alla fario, la testa è grande e robusta, mentre la bocca è ampia e munita di forti denti.

La colorazione è tipicamente pelagica, blu-verde sul dorso, argentea sui fianchi e sul ventre, le cui scaglie ne riflettono al meglio lo splendore, inoltre sono presenti delle piccolissime macchie scure sui fianchi, a volte a forma di x.

Habitat

La trota lacustre vive nei laghi a profondità diverse a seconda della stagione, d’inverno più in superficie e d’estate più a fondo e si nutre di zooplancton, altri invertebrati acquatici e pesci.

Questa magnifica specie di trota, poiché ha la tendenza a muoversi idi continuo alla ricerca di prede, o per convenienza seguendo nelle vastità lacuali i movimenti di grossi branchi di pescetti bentonici come l’alborella, è considerata da sempre preda classica di tecniche di traina dalla barca, molagna e cavedanera in primis, che ne permettono a volte la cattura di ottimi esemplari.

È comunque possibile, pescando a spinning anche dalla riva, far abboccare queste sfuggenti e combattive trote, che una volta allarmate si esibiscono in spettacolari salti e capriole.

Il vero campo di battaglia di questa caccia mirata rimane sempre il grande lago, sia per suggestività dell’ambiente che per difficoltà; nonostante in Italia settentrionale siano presenti specchi d’acqua minori molti dei quali discretamente popolati da argentei salmonidi, senza contare le risalite e discese in affluenti od emissari, la classica sfida sarà sui grandi bacini pedemontani: Maggiore, Lugano, Orta, Como, Iseo, Idro e Garda.

È doveroso precisare che le prede insidiabili da riva, sono quasi sempre pesci di taglie mediamente inferiori, con esemplari che difficilmente toccano e superano i 3 kilogrammi ma che rappresentano catture di tutto rispetto; visti i tempi e la rarità, una trota di lago da 45-50 centimetri sul chilo – chilo e mezzo di peso può già essere considerata (anche da chi esce in barca) senza ombra di dubbio una bella soddisfazione. Insidiare la trota lacustre può definirsi una vera e propria pesca amatoriale, poiché, quello che conta, più della quantità delle catture, è sicuramente la bellezza dei luoghi che ne fanno da cornice, in particolar modo durante la stagione fredda.

I grandi laghi sono immersi in una pittoresca e placida atmosfera. Una pesca dove conta, più che la cattura ad ogni costo, il tempo passato rilassandosi all’aria aperta.

Riproduzione

La deposizione delle uova avviene nel tardo autunno nei fiumi immissari, secondo le modalità tipiche anche della fario e della mormorata.

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